È domenica mattina. Di buon passo spingo il passeggino di mio figlio Niccolò nel tiepido sole delle 8. Ho un sorriso ebete stampato in viso e saluto chiunque ci incroci, pedoni, runner e persino ciclisti, che mi guardano un po’ sorpresi, ma quasi sempre ricambiano il saluto e il sorriso.
Sono felice.
Ieri, dopo 3 mesi di allenamento, ho concluso il mio primo Triathlon Sprint, il DeejayTri all’Idroscalo, praticamente il Triathlon ufficiale della mia società, il Cnm.
E pensare che solo 8 ore prima, alle 5 di mattina di sabato, avevo temuto di non poter prendere parte alla gara che tanto avevo sognato. Proprio a quell’ora vengo svegliato da un crampo ad un polpaccio che mi causa un dolore fortissimo. Il muscolo non ne vuol sapere di decontrarsi. In preda agli spasmi del dolore, mi butto a terra e cerco di tenermi il piede e stirare il muscolo, che alla fine si rilassa. Provo a camminare: la gamba è parecchio indolenzita. Preoccupatissimo, ma allo stesso tempo quasi divertito per questo inconveniente notturno che non avevo da più di 20 anni e che il karma universale aveva deciso di inviare a me, novello Mr. Bean dello sport, proprio il giorno della gara, decido ad un certo punto di fregarmene e di provare a dormire un’altra oretta. Incredibilmente ci riesco. Quando mi sveglio, il, dolore al polpaccio è ancora presente, ma meno fastidioso.
Decido di gareggiare.
Dopo aver ricontrollato per la decima volta tutta l’attrezzatura, mi dirigo in auto verso l’Idroscalo, in una giornata che climaticamente si prospetta soleggiata ma non troppo calda. La prima destinazione è spogliatoio Sea, dove incontro un paio di compagni di squadra con i quali mi dirigo in bici verso la zona di partenza.
La zona dedicata al ritiro pacco gara è affollatissima. Non senza fatica, riesco a ritirare il mio pacco, che aperto mi rivela diversi adesivi di cui non conosco l’utilizzo. Ed è in questo momento, senza dubbio il più difficile della mia giornata, davanti alla mia bici nella zona cambio, che il compagno Meme mi viene in soccorso. Mi spiega a cosa serve e dove mettere ogni adesivo, mi aiuta materialmente a posizionarli, mi spiega come usare la fascia portanumero e addirittura mi incolla i famigerati tatuaggi ad acqua che per gioco mettevo 40 anni fa (sic!) sulle braccia e che i miei figli ancora usano. Si vede che, inviandomi Meme in soccorso, il solito Karma ha deciso di farsi perdonare.
In un battito di ciglia Io, Meme e Francesco, dopo esserci aiutati a vicenda ad indossare le mute, siamo pronti per la partenza della sessione di nuoto. Mi stringe la mano Alessandro “the captain” che, guardandomi fisso negli occhi, mi dice: “oggi il tuo obiettivo è divertirti”!
Decido, per quanto possibile, di seguire il consiglio.
La mia batteria viene chiamata, stringo la mano a Linus (!) e mi tuffo in acqua dal pontile. Passano quelli che mi paiono pochi secondi, e mi trovo a nuotare insieme ad altri 100 pazzi verso una boa che mi sembra lontanissima. Conscio della mia lentezza e pochezza tecnica, cerco di defilarmi e fare la mia gara. Nuoto con tranquillità, avendo come unico obiettivo di non andare in iperventilazione. Tra gli ultimi della mia batteria, meglio sarebbe dire tra i primi della batteria successiva, esco dall’acqua non troppo stanco ma certamente molto in ritardo.
Mentre corro verso la zona cambio, l’atmosfera è davvero fantastica, tutti incitano me e gli altri atleti come fossimo i migliori elite, che sono passati di là almeno una mezz’oretta prima! La cosa mi galvanizza, arrivo senza problemi davanti alla mia bici (grazie karma universale!) e, non senza fatica, mi tolgo la muta, indosso scarpette da bici e casco e mi involo con la mia bici verso la strada. In pochi secondi sto pedalando a tutta… e qui mi emoziono. Non riesco a credere di essere proprio io quello che sta correndo a quasi 40 all’ora, dopo aver nuotato per 750 metri in un lago artificiale insieme ad altre 800 persone! Ma devo rimanere concentrato, anche perché non ho una grande esperienza con la bici da strada: in Franciacorta ho sempre usato solo la Mtb. Capisco subito che sarà dura: quando penso di aver recuperato un paio di posizioni, superando con fatica qualche ciclista isolato, vengo puntualmente superato da un gruppo che sembra andare alla velocità doppia della mia. La scena si ripete diverse volte… morale: devo certamente migliorare, è forse meglio dire costruire da zero, la tecnica della pedalata in scia.
Il percorso è strano ma gradevole, con due boe che bisogna aggirare facendo praticamente dietrofront e un giro all’interno del cortile del palazzone IBM… non si può dire che i disegnatori del percorso non siano stati creativi!
Dopo i 2 giri e con il polpaccio incriminato al 70%, mi ritrovo a correre con la bici a mano verso la seconda transizione… la mia vera gara inizia ora! Ho provato il combinato bici/corsa diverse volte nelle settimane precedenti, per cui riesco a partire subito forte, iniziando a recuperare posizioni… alla fine riuscirò, con mia grande sorpresa e nonostante il polpaccio, a tenere una media sotto i 4 e 30 per tutti i 5 km!
Supero anche qualche compagno CNM, che cerco di incitare e che puntualmente e sportivamente mi risponde “VAI!!!”
Arrivo in vista del traguardo affaticato ma davvero galvanizzato, tanto da incitare un ragazzo giovane che mi è a fianco a sprintare gli ultimi metri… lui accetta il consiglio e puntualmente mi brucia, dandomi 10 metri negli ultimi 50!
Attraverso il traguardo sorridendo… probabilmente con quello stesso sorriso beato e sognante che ho mantenuto stamattina… finalmente, proprio io, sono un triatleta!
CESARE MORONI