Non si puo’ che paragonarlo ad una favola
l’Ironman, cosi’ mi viene da dire, perche’ e’ sempre proprio una storia, un
racconto, un percorso, un viaggio, una fiaba, un’avventura che si srotola
lentamente durante tutta una lunghissima giornata preceduta da mesi e mesi di
altre innumerevoli ore passate a preparare questa favola.
Qualcuno lunedi’ nella macchina in cui mi trovavo durante il viaggio di ritorno
ad un certo punto ha detto:
“mi sento vuoto”.
Perche’ e’ proprio cosi’ che ci si sente, dopo questa memorabile lunga giornata
di gara, il race-day come viene chiamato, preceduta da tutte le ore che sono state
dedicate alla preparazione, alla scrittura e alla stesura finale di questa
favola.
Il vuoto che ti rimane addosso non e’ solo una sensazione ma e’ anche un
sentimento, perche’ l’Ironman e’ questo che ti da’, un’insieme di emozioni
complesse da descrivere e difficili da raccontare se non le provi sulla tua
pelle.
Sono al mio 19mo IM e ancora mi stupisco di questa favola, piu’ ancora che al
primo IM in cui sei stordito, inesperto e non capisci niente di quello che hai
fatto e che ti sta succedendo intorno.
Spesso sento dire, anche da amici esperti, questa cazzata:
“basta, questo e’ il mio ultimo IM, non lo faro’ mai piu’!”.
E’ una cazzata perche’ e’ come dire ad un bambino di smettere di sognare; si
perche’ l’IM e’ un po’ una cosa cosi’, e’ un po’ come quando da bambini si
sogna ad occhi aperti di vincere qualcosa, di arrivare primi davanti a tutti,
senza i freni o i limiti della vita adulta e reale, quindi proprio come solo i
bambini possono e riescono a fare attraverso i loro sogni.
Si perche’ all’Ironman si vince sempre, ogni volta che si taglia il traguardo
si vince, con qualsiasi tempo, dal primo dei Pro all’ultimo dei Finisher, in
quel preciso istante, magico e unico, sull’ultima striscia di corsa ricoperta
dal tappeto rosso, con la gente che ti urla e ti da’ il cinque, prima della
finish-line, e’ come ritornare per un attimo bambini e alzando le braccia al
cielo dirsi “ce l’hai fatta!”.
Te lo urlano anche “You are an Ironman!”, ma l’urlo piu’ forte e’
quello che ognuno di noi dentro di se si dice, si puo’ dire e si merita di
dirsi!
E’ per questo che sono arrivato a fare il mio 19mo IM, ed e’ per questo che non
riesco a stancarmi di provare questa emozione, ed e’ per questo che e’ una
cazzata sentir dire “basta non lo faro’ mai piu'”, perche’ e’ come dire
ad un bambino di smettere di sognare.
Vorrei fare adesso i complimenti a tutti i miei compagni di squadra di questa
trasferta a Klagenfurt; innanzitutto ai Rookies Corrado, Valerio, Angel One,
Manelli, Jack e Bacio.
Farei una menzione particolare al grande Bacio, esordiente M5 che sul percorso,
contento come un bambino, mi ha piu’ volte ripetuto che si stava proprio
divertendo!
Pure Valerio era in estasi e si e’ goduto ogni metro del paesaggio.
Vorrei menzionare anche Paolo Angelone che con un ginocchio scassatissimo e’
riuscito a terminare lo stesso la sua fatica.
E un grazie particolare lo do a Corrado che mi ha accompagnato per un paio di
km intorno al 38mo km della maratona, con la sua bici, invertendo la rotta
verso il suo Hotel.
Tra i fenomeni come Jack, 10h15′! citerei anche Davide Locatelli 10.36, sempre
umile e modesto, senza mai tirarsela ma con un motore invidiabile e un umorismo
tutto da scoprire!
Una certezza il gruppetto delle 11 ore e rotti, Alescatto, Giantri, Roby
Locatelli e Carola, con un duello tra Scatto e Gian sul filo dei secondi in
maratona, come bravissimi anche quelli delle 12 ore come Clay, Iacopo, il gia’
citato Rookie Corrado e l’immenso, in tutti i sensi, Romeo.
Romeo quest’anno si e’ “vendicato” di Nizza e del brutto ricordo di
quella maratona, domando la gara, sconfiggendo i crampi e assestando anche un
bel cazzotto in centro schiena ad un nuotatore un po’ molesto…fatevelo
raccontare!
L’Avvocato Traini un po’ cotto ha terminato la sua fatica con le sue nuove
scarpe della Zodiac, come anche i due piccioncini Paolo Ceresi e Ale Galimba;
direi in particolare grandissimo Paolo dopo il recente e brutto infortunio al
polpaccio (ma eri spinto dalla tua pazza Galimba!).
Infine la coppia delle coppie, capitan Taveggia mai visto cosi’ cotto e
sofferente e il suo fidanzatino Albertini, entrambi scarsamente preparati, come
il sottoscritto, che hanno unito le forze nella parte finale e chiuso con un
bel 14.11 (io no…!).
Volevo ricordare infine anche il nostro pubblico, le mogli dei Locatelli
brothers, di Valerio, di Corrado e i figli Ceresi e Locatelli ed Heffler che ci
hanno spinti un po’ a tutti verso il traguardo. Grazie!
Concludo dicendo a Davide Brambillasca e a Massimo Zocche, sfortunati amici
costretti a casa, che il loro sogno e’ solo rimandato di un po’ e lo voglio
dire in particolare all’amico Massimo Rookie e re del Prosecco, chiudi gli
occhi, la favola dell’Ironman e’ li che ti aspetta.
Aloha!
Tato